Dopo averli seguiti al cinema, in un docu-film che è una sorta di backstage della loro tournée in giro per tutta Italia, possiamo gustarci anche l’edizione televisiva dello spettacolo teatrale “Up & Down”, andato in onda su Italia 1.
«Per fortuna per il teatro siamo tutti diversi, io su quella differenza ci punto sopra un faro» – è il punto di partenza di Ruffini – «ed è così che diventa una risorsa».
I ragazzi con cui ha costruito lo show fanno parte della compagnia teatrale livornese Mayor Von Frinzius, che Lamberto Giannini ha fondato una ventina di anni fa sotto forma di laboratorio teatrale con una politica molto semplice: “tutti hanno un corpo e delle emozioni, quindi tutti possono essere attori” e che è arrivata a contare 65 disabili e 30 normaloidi, come li chiama Lamberto. «Sono attori professionisti e vengono pagati come tali. Lo show nasce da un’impresa teatrale privata, è un’operazione artistica e commerciale a 360 gradi. E noi dobbiamo garantire che sia unica e irripetibile. Questa operazione ha un valore pop, nessuna connotazione eroica».
Eppure, racconta Ruffini, nei teatri ha trovato una resistenza pazzesca: «Un pregiudizio assurdo che mi faceva incazzare è che questo tipo di teatro è stato sempre eletto a qualcosa di chic, d’élite, molto sofisticato quando invece è la cosa più pop che puoi trovare, anche per estrazione sociale. La sindrome di Down è una condizione che spesso vedi in situazioni familiari molto semplici, quindi cacchio è proprio nazional-popolare! È hard pop!».
Per saperne di più: